Il mondo dei BitCoin : Fare trading fra diverse CryptoValute nel mondo del CryptoMonete.



E' inutile fare finta di nulla, ormai la tecnologia fà parte nella maniera più assoluta del nostro mondo, e piano piano si stà sempre più affermando in tutti gli aspetti della nostra vita.

Nei giornali si legge sempre più spesso di persone che si sono fatte un bel portafoglio di BitCoin, LiteCoin o di qualche altra valuta crittografica.

Ormai ne sono presenti davvero tantissime, e stà sempre più diventando interessante fare trading di cryptovalute comprandole e vendendole.

Nel trading ci aiuta Cryptsy , grazie a questo sito a cui potremmo registrare gratuitamente potremmo scambiare oltre 60 valute con BTC BitCoin e LTC LiteCoin e viceversa, nonchè avere grafici e possibilità di fare analisi tecnica dell'andamento dei prezzi.

Eccone un elenco con i relativi simboli, ma non sono tutte e magari fra un mese questo elenco sarà raddoppiato :



42Coin
ALF AlphaCoin
AMC AmericanCoin
ANC AnonCoin
ARG Argentum
ASC AsicCoin
BET Betacoin
BQC BBQCoin
BTB BitBar
BTE ByteCoin
BTG BitGem
BUK CryptoBuck
CAP BottleCaps
CAT CatCoin
CENT Pennies
CGB CryptogenicBullion
CLR CopperLark
CMC Cosmoscoin
CNC CHNCoin
COL ColossusCoin
CPR CopperBars
CRC CraftCoin
CSC CasinoCoin
DBL Doubloons
DEM eMark
DGC DigitalCoin
DMD Diamond
DOGE Dogecoin
DVC DevCoin
EAC EarthCoin
ELC ElaCoin
ELP ElephantCoin
EMD Emerald
EZC EZCoin
FFC FireflyCoin
FLO FlorinCoin
FRC FreiCoin
FRK Franko
FST FastCoin
FTC FeatherCoin
GDC GrandCoin
GLC Globalcoin
GLD GoldCoin
GLX Galaxycoin
GME GameCoin
HBN HoboNickels
IFC InfiniteCoin
IXC IXCoin
JKC JunkCoin
KGC KrugerCoin
LK7 Lucky7Coin
LKY LuckyCoin
LOT LottoCoin
LTC LiteCoin
MEC MegaCoin
MEM MemeCoin
MNC MinCoin
MST MasterCoin (Hydro)
NAN NanoToken
NBL Nibble
NEC NeoCoin
NET Netcoin
NMC NameCoin
NRB NoirBits
NVC NovaCoin
ORB Orbitcoin
PHS PhilosopherStone
Points CryptsyPoints
PPC Peercoin
PTS ProtoShares
PXC PhoenixCoin
PYC PayCoin
QRK Quark
RED RedCoin
RYC RoyalCoin
SBC StableCoin
SPT Spots
SRC SecureCoin
SXC SexCoin
TAG TagCoin
TEK TekCoin
TGC TigerCoin
TIX Tickets
TRC TerraCoin
UNO Unobtanium
WDC WorldCoin
XJO JouleCoin
XNC XenCoin
XPM PrimeCoin
YBC YBCoin
ZET ZetaCoin

Grazie alla loro estrema variabilità possiamo assistere a variazione di oltre il 100% in una sola giornata, e quindi i margini di profitto sono estremi, ovviamente si tratta di investimenti ad alto rischio ma per i più tecnologici è un nuovo settore di sicuro interesse che a mio avviso andrà ad affiancarsi se non a sostituire l'attuale mondo valutario.



Sui mercati valutari l’euro-dollaro si stabilizza



Nella settimana cominciata con lunedì 25 marzo, l'euro ha toccato il minimo dei quattro mesi contro il dollaro, portandosi fino a 1,2816, con gli hedge fund che hanno venduto la moneta unica in scia alle crescenti preoccupazioni che agli investitori privati vengano imposte ampie perdite nei futuri salvataggi della zona euro. 

Questi timori si sono poi per ovvie ragioni intensificati dopo l'accordo per il salvataggio di Cipro da poco raggiunto con le autorità europee.

Da ricordare che nel corso del 2013 l'euro ha ceduto circa il 3% contro il dollaro, proprio a causa del riaffacciarsi della crisi del debito della zona euro nel radar degli investitori. 

Come sottolinea in una nota di commento della sessione di mercato del 26 marzo, Davide Marone, analista finanziario di Fxcm Italia, "l’euro-dollaro si è stabilizzato attorno al valore medio di 1,2850, muovendosi in range tra l’1,2885 e l’1,2840, complice anche l’attenuarsi della luce dei riflettori sulla questione Cipro.

L’altro benchmark di riferimento a livello europeo - prosegue Marone - il Dax, ha pressoché ricalcato la medesima dinamica e mantiene forte il supporto a 7.855 da cui dipenderanno i possibili scenari ribassisti, mentre il Ftse Mib ha mal risposto a un inatteso calo dei rendimenti sui titoli dei Bot a 6 mesi (allo 0,831% dal precedente 1,237%) andando a rompere il livello di 15.600 per nuovi minimi relativi a 15.400, livello pericoloso per discese ancora più importanti".   



Fugnoli: "Niente più euro se la recessione non finisce presto"


Addio all'euro se la recessione non finisce presto. Questa la posizione che Antonio Fugnoli, esperto finanziario di Kairos, esprime nel suo consueto studio settimanale "Il rosso e il nero". 

Qui Fugnoli scrive: "La vicenda di Cipro aumenta la sfiducia sull’euro e sull’Europa in un momento in cui proprio non ce ne sarebbe bisogno. A onore della cancelliera tedesca Angela Merkel bisogna dire che in questo modo i pacchetti di salvataggio riescono a passare al Bundesbank, mentre l’opposizione interna all’euro rimane abbastanza circoscritta". 

Tuttavia, prosegue l'esperto, "se il prezzo è l’avvitamento nell’austerità e nella recessione di mezzo continente è solo questione di tempo prima che l’opposizione all’euro nei paesi in crisi (e, specularmente, in Germania) si coaguli e prenda forza. Tre anni fa, ai primi segni di crisi economica, molti osservatori hanno ipotizzato fratture sociali e stati di rivolta che poi non si sono verificati. Oggi si rischia di cadere nell’errore di credere a una tenuta permanente di società e modelli politici che non sono per nulla attrezzati per una decrescita senza fine. Il benessere accumulato nel dopoguerra ha molto attutito la crisi e ha rallentato i tempi di reazione, ma il voto italiano mostra che la capacità di soffrire senza intravedere una via d’uscita non è infinita".

Ecco perché, a giudizio di Fugnoli, "l'euro non ha molto tempo per mostrare di essere qualcosa di più di uno strumento per fare follie prima e penitenze senza fine più tardi". In tale contesto, "Merkel, che ha un grande senso del timing e un’eccellente percezione del momento in cui la corda tirata rischia davvero di spezzarsi, ha compiuto una prima spettacolare ritirata in agosto con l’accettazione della mutualizzazione del debito attraverso la Bce e ne sta compiendo una seconda, altrettanto spettacolare, sulla politica fiscale dei paesi mediterranei in crisi, cui vanno aggiunte Francia e Olanda in stagnazione. 

L’austerità è finita, gli obiettivi di disavanzo sono stati spostati in avanti nel tempo e tutto fa pensare che non verranno nemmeno rispettati. Il motore fiscale della stabilizzazione (e di una debole ripresa) è dunque già partito - conclude Fugnoli - ma la crisi che ci portiamo dietro produrrà ancora, inerzialmente, effetti ritardati particolarmente sgradevoli, come l’aumento della disoccupazione in Italia nei prossimi mesi".          


Sui mercati valutari torna la calma



Mentre la mattina del 21 marzo il cross euro-dollaro si è riportato in area 1,29 e i trader rimuginano sulle vicende cipriote, accompagnati dal dubbio che - a prescindere da come si concluda -  il precedente creato possa non di meno assestare il colpo di grazia mancante alla credibilità del sistema bancario, la situazione sui mercati sembra destinata a tornare calma, per quanto in assenza di una soluzione difficilmente gli investitori potranno tornare ad acquistare a mani basse e proseguire il rally di inizio anno.

"Nonostante oggi in Europa - affermano Michael Hewson (Senior Market Analyst) e Ben Taylor (Sales Trader) di Cmc Markets nella consueta nota quotidiano in cui fanno il punto sul Forex - siano attesi miglioramenti nelle letture dei dati manifatturiero e dei servizi, il quadro economico generale è comunque debole con l'unica eccezione della Germania. 

Le minute della Fed hanno mostrato neutralità circa la possibilità di un'uscita anticipata dalle misure di politica monetaria straordinaria  decise nel 2012 e ciò ha portato un immediato beneficio all'euro-dollaro, che ha fermato la propria emorragia riportandosi verso un possibile rimbalzo a 1,3030. 

Sul cambio sterlina-dollaro quota 1,5200 continua a cappare ulteriori rialzi mentre non si esclude un ritracciamento della moneta unica a 0,8480 nei confronti del pound. 


Il dollaro - concludono gli esperti valutari di Cmc Markets - continua a manifestare una buona resistenza contro yen con possibilità di un ritorno verso 99,80".     



Euro, prova di forza dopo il caso Cipro



"Prova di forza della moneta unica europea dopo la brutta notizia che ha colpito i mercati durante il week-end riguardante Cipro e i 10 miliardi di aiuti da parte dell’Unione Europea". Ecco il commento che giunge da parte di Matteo Paganini, Chief Analyst di Fxcm Italia dopo la giornata finanziariamente molto movimentata di lunedì 18 marzo, quando i mercato finanziari hanno fortemente risentito del salvataggio di Cipro deciso nel weekend. "Gli indici americani - sostiene Paganini - hanno virato in positivo e l'euro ha sfiorato nuovamente quota 1,30 contro il dollaro americano. Sembra che la situazione sia già stata digerita, ma attenzione a nuovi potenziali tentativi ribassisti che fino a quando si manterranno sopra 1,2875 scongiurano il pericolo di discese importanti".

Lo scorso fine settimana il governo cipriota e l’Unione europea si sono accordati per fissare un'imposta sui depositi bancari che arriva al 6,7% per quelli di ammontare inferiore ai 100.000 euro mentre per quelli di importo superiore il prelievo forzoso sale al 9,9 per cento. Tuttavia, solo martedì 19 marzo si saprà se il Parlamento cipriota ratificherà il piano di salvataggio negoziato con i finanziatori internazionali.

In vista del voto, il governo di Nicosia, secondo indiscrezioni, starebbe lavorando a una proposta per smorzare l'entità del prelievo sui conti bancari dei piccoli risparmiatori, che potrebbe così scendere dal 6,7% al 3% per i conti bancari sotto i 100.000 euro, mentre per quelli di entità superiori potrebbe crescere al 12,5 per cento.


Euro-dollaro, Cmc Markets si aspetta il rimbalzo



Mentre nella tarda mattinata del 15 marzo il tasso di cambio euro-dollaro è schizzato ai massimi di giornata sopra 1,306, gli esperti di Cmc Markets, nella consueta nota che fa il punto valutario fanno sapere di attendersi un rimbalzo. 

Scrivono Michael Hewson (Senior Market Analyst) e Tim Waterer (Senior Trader) di Cmc Markets: "In attesa del solito comunicato congiunto a conclusione del Consiglio europeo dei capi di Stato che indichi come ci sia bisogno di maggior flessibilità, la realtà ci dice che  - senza una buona dose di stimoli alla crescita che la Germania in questo momento non può avallare almeno fino alle elezioni di settembre - il quadro europeo non cambierà, un elemento che probabilmente non è ancora stato "prezzato" dagli investitori, visti i nuovi guadagni registrati anche ieri.


Non solo. A parere degli esperti di Cmc Markets, "un'altra nota insolita è stata emessa dal governatore uscente della BoE Mervyn King, secondo il quale il pound è sottovalutato, con ciò dismettendo le indiscrezioni che davano la banca centrale inglese come propensa a nuovi stimoli monetari".

A questo punto, secondo i due esperti, Hewson e Waterer, "sull'euro-dollaro potremmo assistere a un rimbalzo verso 1,3060 prima e verso 1,3130 poi, mentre il cross sterlina-dollaro - che ieri si è riportato sopra 1,5020 - potrebbe ben tornare sopra 1,52. 

Euro sotto pressione nel cambio con la sterlina sembra voler testare 0,8570".           



Draghi: “Basta coi discorsi sulla guerra delle valute”



Nuovo intervento a gamba tesa del presidente della Banca centrale europea (Bce) sulla questione della guerra delle valute. 

I continui "discorsi" su questo tema, ha detto Draghi parlando a una conferenza stampa congiunta con il presidente della Banca di Russia, Sergey Ignatiev, a Mosca, dove parteciperà ai lavori del G20, sono "inopportuni e inutili, in ogni caso controproducenti". 

Draghi ha ribadito che i tassi di cambio nominali ed effettivi della valuta unica sono "nel complesso intorno la media di lungo termine". 

"Il tasso di cambio - ha detto Draghi, rispondendo alle domande dei giornalisti - non è un target nelle nostre politiche ma è importante per la crescita e la stabilità dei prezzi". 

I tassi di interesse nell'Eurozona, ha dichiarato altresì Draghi, "sono al momento effettivamente molto bassi" e la politica monetaria della Bce resta "accomodante". Il numero uno della Bce ha inoltre ricordato che l'Eurotower continuerà a fornire finanziamenti al sistema bancario con volume illimitato.

I dati in arrivo dalla congiuntura dell'Eurozona, ha anticipato Draghi, "sono più negativi del previsto" e "nella parte più bassa di quanto all'incirca ci aspettavamo". Secondo la Bce, ha detto Draghiil suo governatore, "stanno aumentando i segnali di una stabilizzazione dell'attività economica nell'Eurozona, anche se a bassi livelli" e di una "normalizzazione sui mercati finanziari".

"Non riteniamo che gonfiare i deficit di bilancio per creare domanda sia sostenibile", ha inoltre chiosato Draghi. 



Guerra delle valute asiatiche. E' la Cina che manipola?



Mike Riddell, gestore del fondo M&G Emerging Markets Bond, torna sulla guerra sulle valute asiatiche, domandandosi se è la Cina il reale "manipolatore". "Dopo la crisi finanziaria che colpì l’Asia nel 1997 - fa notare Riddell - le economie della regione hanno in genere adottato politiche volte a mantenere le valute artificialmente basse, per favorire una crescita trainata dalle esportazioni. Col tempo le autorità hanno subito pressioni sempre maggiori, soprattutto da parte degli Usa, a favore di un apprezzamento". Tuttavia, ora che l’Asia dipende fortemente dall’export, questo modello economico non è più valido. "Le economie basate sull’esportazione - tira le somme il gestore di M&G - si contendono quindi una domanda sempre più esigua, o per lo meno stabile".

Ecco che allora scoppia la guerra delle valute. "La svalutazione attuata dalla Cina nel 1994 - osserva Riddell - viene spesso citata tra i fattori scatenanti della crisi finanziaria del 1997. Considerato che per molti Paesi asiatici il Giappone è oggi un partner commerciale più importante di quanto non fosse la Cina nel 1993, una forte svalutazione dello yen non potrebbe avere effetti altrettanto devastanti sulla regione? In febbraio le esportazioni cinesi sono cresciute all’eccezionale tasso annuo del 21,8%; tuttavia - conclude l'esperto di M&G - sarà interessante scoprire se tale ritmo è sostenibile, se altri Paesi della regione possono risollevare un export in declino e, in caso contrario, che cosa intendono fare governi e banche centrali locali".


Bild: Bce preoccupata per andamento dell’euro



La Banca centrale europea (Bce), e i Paesi dell'Eurozona, sono preoccupati che ulteriori rialzi  dell'euro possano danneggiare le esportazioni e ritardino l'uscita dell'area dalla crisi debitoria. 

E' quanto scrive il 13 febbraio il quotidiano tedesco "Bild", senza tuttavia citare le fonti.

Lo stesso giornale riferisce le parole del numero uno della Bce, Mario Draghi, secondo cui i Paesi
periferici dell'Eurozona (Grecia, Spagna, Portogallo, Italia) "stanno mettendo a segno evidenti progressi, stanno affrontando il problema della competitività e devono continuare gli sforzi di riforma", ma si tratta "di una strada lunga e difficile e non siamo ancora arrivati alla meta". 

Per Draghi, le riforme in questi Paesi "servono a un migliore funzionamento delle economie. Questo va a vantaggio di tutti i cittadini". Malgrado il miglioramento messo a segno a livello di deficit, commercio estero e livello dei tassi, la disoccupazione in alcuni Paesi, come Spagna, Portogallo e Grecia, è ancora molto elevata e in Grecia, l'economia è ancora in recessione.

Intanto, il 13 febbraio la Bce ha assegnato liquidità per 1 miliardo di dollari nel corso dell'asta swap settimanale condotta nel quadro della cooperazione con lo sportello Taf della Riserva Federale. 

All'asta, tenuta al tasso fisso dello 0,65% e con durata sette giorni, ha partecipato una banca come la settimana scorsa e anche il volume è invariato rispetto alle ultime due operazioni di questo tipo.

La linea di credito concordata con la Fed resterà aperta, secondo quanto annunciato nel 2012, fino al febbraio 2014.


Euro-dollaro in trappola



Nel Macromonitor, l'appuntamento settimanale sui mercati finanziari a firma dell'economista di Banca Monte dei Paschi di Siena, Mario Seminerio, anche questa volta si puntano i riflettori verso l'euro-dollaro. "Sul mercato dei cambi - osserva Seminerio - il rapporto sull’occupazione statunitense a febbraio contribuisce a sostenere alcune delle tendenze emerse in modo più evidente sui mercati da inizio anno: azionario statunitense più forte, rendimento dei Treasury in ascesa, dollaro mediamente in rafforzamento e andamento contrastato delle valute di paesi produttori di materie prime".

Secondo l'economista di Mps, in particolare, "quest’ultimo elemento è apparentemente incoerente, considerata l’accelerazione nella crescita delle economie asiatiche (Giappone incluso), la continua espansione dei bilanci delle maggiori banche centrali (con l’eccezione della Bce) e l’impatto sinora contenuto di alcuni eventi di elevato rischio potenziale, quali le elezioni italiane e i tagli automatici di spesa statunitensi. Probabilmente - conclude Seminerio - su tale andamento cedente delle valute dei produttori di materie prime influisce il fatto che molte di esse sono in fase di allentamento di politica monetaria.

Indirettamente, tale tesi trova riscontro nel fatto che solo le valute di paesi prossimi ad entrare in fase di restrizione monetaria stanno facendo segnare progressi, come nel caso del real brasiliano.

Nel report quotidiano sulle valute, diffuso nel pomeriggio dell'11 marzo, invece, l'analista finanziario di Fxcm Italia Davide Marone fa notare: "Come ormai da copione, questo lunedì si rivela una giornata con scarsa volatilità e nessun movimento direzionale sia sul fronte valutario che su quello azionario e delle commodities. 

L’euro-dollaro continua a rimanere intrappolato nel range delimitato al rialzo da 1,3020, mentre il dollaro americano cede qualcosa dopo il rally di venerdì in particolare contro i dollari australiani, canadesi e neozelandesi, ben spinti dalle riprese del prezzo del rame (risalito dal 3500), che influenza da sempre l'andamento delle cosiddette commodities currencies. 

Vale la pena perciò osservare i punti di prezzo di maggiore attenzione per i primi strappi di volatilità in grado di spostare i prezzi a partire dalla prossima sessione asiatica".